Ernesto Prinoth
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Ad Ernesto Prinoth (1923 – 1981) non era mai piaciuta la vita del ragioniere come invece avrebbe voluto suo pade Leo titolare di azienda che si occupava di arte scultoria e soprattutto esportazione delle famose statue e statuine di legno tipiche della Val Gardena.
Già a tenera età Ernesto Prinoth si dilettava ad aggiustare ed elaborare ogni mezzo meccanico che gli capitava tra le mani, a cominciare dalla motocicletta, suo primo amore.
Ce n'erano poche di motociclette nel dopoguerra ma tutte, almeno per lui, avevano un unico destino: quello di misurarsi l'una coll'altra a suon di accelerate e curve a mozzafiato. |
Fu così che invece di intraprendere la comoda carriera nell'azienda paterna, Ernesto preferì rendersi autonomo ed aprire una piccola officina meccanica a ridosso del bel centro di Ortisei trasformando così la sua passione in vera e propria professione.
Anche se di automobili nei primi anni cinquanta ne circolavano ancora ben poche, queste richiedevano attenzioni ed assistenze notevoli. Immensamente di più di quanto non richiedano oggi le auto moderne. Erano davvero tante le macchine che nelle impegnative salite della Val Gardena andavano in ebollizione o come minimo richiedevano l'ingrassaggio periodico delle sospensioni e dei giunti di trasmissione. Ricordate il classico “lavaggio ed ingrassaggio” ? Bene… Ernesto Prinoth e sua moglie Hetty erano lì per accontentare gli automobilisti che lo richiedevano. Ed erano tanti… ve lo assicuro!
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Ernesto Prinoth passò poi da semplice meccanico a preparatore, corridore ed infine anche costruttore. |
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La sua carriera di corridore lo portò dalle piccole 500 Ster Puch, le superleggere Abarth Zagato, attraverso Alfa Romeo (Giulia Quadrifoglio) e la mitica Ferrari 250 GTO fino alla Formula Uno (Lotus Climax).
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Alla fine degli anni 50 fece nascere la Scuderia Prinoth che con la sua Formula 500 “Baby Junior”, da lui stesso costruita in soli sette esemplari, vinse e stravinse sui più importanti circuiti d'Europa con piloti dai nomi altisonanti come Tonino Ascari (I), Herbert Demetz (I), Erwin Gassler (A) e tanti altri ancora.
Lui stesso non ci ha mai corso, forse perché nella sua mente gà gestava una possibile soluzione ad un problema che si era creato in tutt'altro settore, quello turistico invernale.
Da costruttore di auto da corsa, Ernesto Prinoth diventa costruttore di gatti delle nevi, quelli che ancora oggi battono e preparano le piste del mondo.
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